Filati italiani di altissima qualità

Filati italiani di altissima qualità, ci immergeremo in un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta di piccole realtà che producono filati

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Ciao Sono marina e questo è il mio podcast conta con me, qui si parla di uncinetto e del suo potere magico, quello di cambiarti la vita, solo se ci credi però.

FILATI ITALIANI DI ALTISSIMA QUALITà, FILIERA CORTA

Questa puntata non ha l’ardire di essere esaustiva, è più un quadro generale un punto di partenza.

ti lascerò un link al sito “lanaiole” dove potrai trovare l’elenco della maggioranza delle attività legate agli allevamenti e alla produzione e lavorazione della lana sul territorio italiano, chi giorno per giorno lavora per dare valore alla lana delle pecore italiane.

https://lanaiole.weebly.com

Non accontentarti però,  se ti interessa l’argomento, naviga e ricerca informazioni specifiche, ne troverai molte e relative alla tua regione.

Bellissime realtà, fattorie e allevamenti di pecore, alpaca,  capre cachemere e capre angora, a conduzione familiare che puoi visitare in luoghi meravigliosi.

 E tutte le attività correlate: i corsi di filatura, tintura naturale, tessitura e feltro.

Un vero paradiso per gli appassionati, alternative interessantissime ai soliti luoghi di vacanza.

Il mercato dei filati è immenso, dalle fibre più commerciali, a quelle ricercate e di nicchia.

Attualmente, gli allevamenti più grandi e le industrie di lana più avanzate si trovano in Australia e Nuova Zelanda. 

La maggior parte dei  filati prodotti in larga scala provengono da allevamenti intensivi dove lo standard produttivo prevede ritmi accelerati che inevitabilmente pongono poca attenzione al benessere degli animali.

E’ un argomento delicato e complesso che richiede attenzione, corretta informazione e tempo, lo affronteremo in un altro momento.

Oggi mi voglio concentrare sulle realtà italiane.

Piccole realtà che producono filati da allevamenti estensivi, cioè con un numero ridotto di animali e grandi pascoli in cui brucare in libertà.

In questi allevamenti estensivi gli animali sono al primo posto, chi li alleva è appassionato e li ama profondamente ed è attento alla loro serenità.

Spesso sono a conduzione familiare e la tosatura avviene una volta all’anno, in tarda primavera, garantendo una produzione che rispetta i ritmi naturali degli animali.

Le fibre prodotte in questi piccoli allevamenti estensivi hanno una filiera molto corta e sono completamente tracciabili.

La resa annuale delle fibre è ridotta perchè risente direttamente delle dimensioni degli allevamenti e delle tempistiche di lavoro delle piccole manifatture.

ma la loro unicità e personalità le rendono preziose, lontane dalla perfezione e ripetibilità di un filato industriale, questo è un filato di nicchia di alta qualità.

 (cito testualmente le lanivendole di genova):

Ti puoi aspettare di ricevere un filo onesto, semplice e schietto 

Il bello delle imperfezioni: se trovi quello che potrebbe sembrare un difetto, in realtà, è un pregio.

Ogni fase di lavorazione partendo dalla pulizia del vello ha un impatto ambientale molto basso, rispettoso dell’ambiente e quindi di qualità!

Spesso le fibre non vengono tinte, si approfitta delle diverse meravigliose tonalità dell’animale, oppure si utilizzano le tinture naturali.

Il 9 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Europea della Lana, una data simbolica che segna l’inizio del periodo della tosatura.

Ogni anno, in questa giornata, si tiene un convegno per fare il punto sullo stato dell’arte della produzione e dell’utilizzo delle lane autoctone.

È un momento per riflettere sull’importanza di queste fibre e la necessità di ritrovarne il suo valore, non solo economico,  soprattutto sociale e culturale.

L’Italia ha una lunga storia di artigianato laniero. Per secoli, prima della crisi industriale, la manifattura laniera ha trainato l’economia italiana.

Negli ultimi anni, c’è stato un rinnovato interesse per le tradizioni locali e la produzione a basso impatto ambientale.

Gli allevatori di ovini per la produzione di carne e latte hanno un problema con lo smaltimento della lana, perchè è considerato come un rifiuto speciale e che va smaltito secondo modalità e regole ben precise, e tutto questo ha un costo per gli allevatori.

Lo smaltimento si può fare solo presso soggetti autorizzati e secondo normative precise, perché è considerato un materiale a rischio igienico-sanitario.

Cosa fare della materia prima senza che venga sprecata?

Agenzie, cooperative, istituti, e startup stanno lavorando per trasformare la lana da rifiuto a risorsa, creando prodotti ecologici e sostenibili.

Lo scopo è quello di portare proposte concrete per rimettere in circolo questa risorsa in modo ecologico e solidale, e nello stesso tempo sostenere il mondo della pastorizia.

C’è la necessità di ristabilire un legame tra chi produce lana e chi sa trattarla, chi può lavorarla con arte e artigianato oppure utilizzarla in modi alternativi, nell’edilizia o in agricoltura.

Ma ritorniamo ai nostri amati filati italiani di altissima qualità,

Quali animali vengono allevati In Italia per la produzione di questi filati di altissima qualità?

Non solo pecore,

anche alpaca, capre cachemere e capre angora.

Le fibre vengono filate in purezza oppure mischiate per creare meravigliosi fili dalle caratteristiche uniche.

Gli alpaca

Gli alpaca sono dei camelidi originari dell’America latina, allevati sugli altopiani. Hanno la capacità di adattarsi alla quasi totalità degli ambienti, quindi anche in Italia vivono molto bene.

La fibra di alpaca è una delle più pregiate ed è tra le fibre migliori al mondo, il vello ha tantissimi colori ne sono stati  riconosciuti ufficialmente oltre 20, che vanno dal bianco al beige, via via più scuri fino ai marroni e neri.

Un’importante caratteristica di questa fibra è l’assenza di lanolina, un olio tipico della lana di pecora che può provocare stizzosità nelle pelli più sensibili, e l’alpaca appunto ne è sprovvista. La sua lana è setosa, voluminosa, dalla struttura ondulata ed elastica.

Gli alpaca sono animali intelligenti, puliti, in salute, molto curiosi e pazienti. Possono essere addomesticati, portati a passeggio, a saltare ostacoli e rispondono ai gesti del proprietario ed al tono della sua voce.

Molte fattorie che li allevano organizzano per il pubblico passeggiate con gli alpaca.

Capre cachemere

Le capre cashmere sono molto rustiche, possono vivere all’aria aperta nelle zone di montagna allo stato brado durante tutto l’anno, in qualsiasi  stagione, anche nelle zone più povere e impervie e in ambienti rocciosi.

Si cibano di erbacce e piante infestanti che gli altri animali disprezzano,

Hanno una funzione di “diserbante naturale”,  e puliscono il  sottobosco,

Molto preziose quindi per il territorio.

Il cachemere viene definito la Fibra dei Re, è una fibra pregiata con delle caratteristiche veramente stupende! Morbida, fine, opaca e ondulata.

Ha la capacità di mantenere una temperatura corporea costante, di assorbire l’umidità,, di essere antistatica, di amare l’acqua e di infeltrire meno della lana.

Le capre d’angora

Le capre d’angora, hanno origine dalla Turchia, diffuse poi in varie parti del mondo e anche in’Italia. Sono animali di taglia piccola, i volumi di fibra che si possono produrre sono piuttosto modesti e devono essere tosate due volte all’anno a marzo e a settembre.

La loro vello è morbidissimo, bianco e lucente,  si utilizza per produrre il nostro amato mohair.

Conclusione

Il nostro viaggio di oggi ci ha mostrato che la tradizione e l’innovazione possono andare di pari passo. Abbiamo scoperto piccole realtà italiane che producono filati italiani di altissima qualità rispettando l’ambiente e gli animali.

Se questo episodio ti ha incuriosito ti invito a esplorare di persona queste realtà e a sostenere chi lavora con passione per mantenere vive le tradizioni artigianali italiane.

Ed ora il nostro progetto,

quante pagine di diario avete lavorato?

Oggi impariamo a cucirle insieme, ci sarà utile ogni volta che vogliamo assemblare una sequenza di pagine specifica, delle pagine che caratterizzano un periodo particolare, delle lavorazioni a tema per esempio.

E che terremo come custodi dei nostri esperimenti.

Se ti può interessare l’articolo sulla cretività

libera la tua creatività

Filati italiani di altissima qualità

LIBERA LA CREATIVITA’

Il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione.

podcast di uncinetto

Ti è mai capitato di sentirti lucido, concentrato e completamente immerso in una attività dove perdi il senso del tempo e della realtà?

Ti percepisci come parte di qualcosa di più grande, come se accadesse al di fuori della tua volontà.

Ebbene questo è il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione, tutto in un unico momento di profonda consapevolezza.

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Conta con me

Ciao io sono Marina e questo è il mio podcast, qui ti parlo di uncinetto e del suo potere magico, si il potere di cambiarti la vita, solo se ci credi però.

E’ l’ultima, si l’ultima puntata della prima serie di questo podcast, conta con me.

Ti voglio parlare di creatività, noi che lavoriamo a uncinetto ci imbattiamo costantemente, anche se non ce ne accorgiamo.

E’ vero, spesso utilizziamo tutorial o schemi già pronti perché abbiamo visto un progetto che ci piace e lo vogliamo replicare. Ma difficilmente seguo letteralmente il modello, diventa più che altro una guida, spesso o sempre lo adatto ai miei gusti, capacità o semplicemente a mia interpretazione, cambiando e modificando, aggiungo o tolgo.

E quindi, anche in questo caso la creatività mi è più che utile per trovare escamotage e soluzioni.

Ma cos’è la creatività?

Un piccolo e prezioso libro di Nicoletta Freti,  ci viene in aiuto, Il respiro dell’arte, ti lascio il link se vuoi approfondire.

La facoltà creativa appartiene ad ogni essere umano, non solo all’artista.

La creatività è in tutti noi e la utilizziamo più o meno consapevolmente in ogni aspetto della nostra vita,  per affrontare i problemi e le sfide quotidiane.

Perciò è un patrimonio che va coltivato perchè un bene prezioso utile in qualsiasi situazione. Coltivarla e svilupparla può arricchire la vita personale e professionale, offrendo nuovi modi di vedere e interagire con il mondo.

Quindi tutti abbiamo potenzialità creative, ma le sappiamo utilizzare? 

La vita ti richiede flessibilità e capacità di essere mutevole e inventivo per affrontare le sfide quotidiane, hai la necessità di sviluppare e attivare queste potenzialità creative.

Essere creativi non significa tanto creare dal nulla quanto avere le capacità di mettere insieme in modo nuovo cose esistenti.

Non è un semplice copia e incolla di parti differenti.

E’ saper creare un insieme coerente e strutturato, che abbia un senso. Questo tutto diventa maggiore della somma delle parti.

La creatività ti rende protagonista attivo della vita, ti fa sentire vivo. Ti fornisce uno stato di benessere legato all’impegno e alle sfide.

La pratica artistica è usata spesso per far affiorare sentimenti e stati d’animo oscuri, è espressione di quello che hai dentro, occasione di consapevolezza, di conoscenza del tuo mondo interiore.

Il momento espressivo ti dona benessere e qui potresti accontentarti, ma puoi anche andare oltre e cercare di comprendere ciò che hai prodotto e scoprire degli aspetti imprevisti e sconosciuti.

Come sappiamo che stiamo attivando la nostra creatività, che cos’è, come la riconosciamo?

E’ una nuova idea , un’intuizione, punto di vista insolito, diverso, imprevisto da cui osservare le cose.

Un’illuminazione che affiora istantaneamente e non attraverso un procedimento logico, è come una lampadina che si accende improvvisamente in una stanza buia.

Hai mai provato quella sensazione istantanea di “sapere” qualcosa, anche se non ti puoi spiegare esattamente come o perché sei arrivato a quella conclusione, che

non ti ha richiesto un’analisi dettagliata o un ragionamento elaborato, ma piuttosto è emerso  spontaneamente, in modi sorprendenti e inaspettati.

Ti è mai capitato di sentirti lucido, concentrato e completamente immerso in una attività dove perdi il senso del tempo e della realtà?

Ti percepisci come parte di qualcosa di più grande, come se accadesse al di fuori della tua volontà.

Ebbene questo è il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione, tutto in un unico momento di profonda consapevolezza.

E’ uno stato mentale in cui sei immerso in un’attività che ti assorbe e ti estranea dal resto del mondo.

Questo stato, descritto dallo psicologo  (cikzen miali)  Mihaly Csikszentmihalyi, è spesso caratterizzato da un alto livello di produttività e creatività.

In questi momenti le idee e le intuizioni scorrono facilmente, e provi una soddisfazione intensa per quello che stai facendo. L’atto creativo stesso è fonte di piacere e soddisfazione, indipendentemente dal risultato finale. La fatica mentale o fisica spariscono,

Il flow si verifica quando affronti una sfida che è bilanciata rispetto alle tue capacità. Se la sfida è troppo facile, subentra la noia; se è troppo difficile, subentra la frustrazione.

La massima concentrazione e motivazione la raggiungi quando sei coinvolto in quello che stai facendo, in un equilibrio tra la difficoltà da superare e le tue competenze.

Durante il flow, ti senti sicuro dei tuoi mezzi. Diventi più consapevole del valore effettivo delle tue abilità e la voce interiore critica si attenua, permettendoti di lavorare liberamente e senza paura di giudizio.

In particolare, in questo stato, decidi di staccare la spina alla tua capacità di giudizio e quindi sparisce la vocina critica che riecheggia a volte nella tua testa.

Questo ti rende finalmente libero di creare e sperimentare.

Durante il flow, le idee innovative emergono con maggiore facilità.

Ti permette di produrre una quantità significativa di lavoro di alta qualità in un periodo di tempo relativamente breve.

Lavorare in flow migliora le tue abilità, affrontando sfide appropriate e apprendendo nuove tecniche.

L’esperienza del flow riduce lo stress e aumenta il senso di benessere complessivo.

Il flow è un’esperienza potente e trasformativa, ti connette profondamente con il tuo potenziale creativo permettendo di esprimerti in modo completo e autentico.

Tutto bello e fluido, ma.. ci sono ostacoli che puoi trovare al pensiero creativo?

Rigidità e abitudine sono le grandi nemiche della creatività.

Come funziona di solito, cosa succede quando dobbiamo risolvere un problema o affrontare una sfida

ebbene la tua mente applica automaticamente quelle soluzioni che hai usato precedentemente  e si sono rivelate giuste, adeguate che ti hanno risolto la situazione. Ovviamente questo è un modo valido per affrontare la tua quotidianità, i tuoi compiti.

Diventa  però un ostacolo se hai bisogno di nuove idee.

Anche le critiche inopportune possono bloccare il pensiero creativo e mi riferisco in particolare al nostro critico interiore, repressore e censore. Cioè la nostra voce interna che critica e svaluta.

Il critico che ospitia, è un personaggio cinico, perfezionista e inappagabile.

Le intenzioni possono sembrare buone, il suo compito è quello di proteggerti dal dolore e dalle delusioni, non vuole farti fare figuracce, ansioso che puoi commettere errori. Questo limita fortemente le tue capacità di creare.

Non vai mai bene come sei, fai sempre sbagliato, brutto, insignificante. Ti fa fare paragoni, rivela difetti e si preoccupa del giudizio degli altri. Insomma mina la tua autostima, blocca la persona e l’artista.

Possediamo però anche un altro personaggio che contrasta ed equilibra: il bambino interiore.

E’ la nostra parte più vitale, infantile, quella che sa sperimentare e creare divertendosi, che riesce a provare sensazioni intense e di stupore e meraviglia.

Se riesci a frenare l’azione del critico, puoi fare spazio al bambino interiore, uno spazio protetto in cui il tuo essere più sensibile può manifestarsi e in cui poter lavorare senza curarsi del risultato, dove ti dai il permesso di sbagliare.

Non è ovviamente sbagliato giudicare in sé quanto farlo troppo presto.

Prima devi fare spazio al gioco e alla sperimentazione per non bloccare la fase generativa, rinvii il giudizio in una fase successiva.

La critica è importante se fatta nel momento in cui ci sono elementi sufficienti per valutare.

E’ la pratica della sospensione temporanea del giudizio: non viene naturale, va esercitata.

Quali sono i processi creativi che adottiamo e che danno buoni risultati:

1 fase di preparazione (attiva):  è la fase inziale, metti a fuoco l’obiettivo, raccogli informazioni e conoscenze sull’argomento, formuli le prime ipotesi  e ricorri all’esperienza pregressa.

2 incubazione, fase passiva: la ricerca si ferma e il problema viene rinviato, lasci che le idee maturino nella mente, spesso inconsapevolmente, la soluzione arriva quando non ci pensi più.

3 illuminazione: il momento di Eureka! In cui emerge un’idea brillante. La soluzione si manifesta d’un tratto, chiara e senza sforzo, può capitare di vedere la soluzione in sogno.

4 fase della valutazione: ok hai la tua buona idea, ora devi essere capace di darle forma concreta. Riscontro con le reali possibilità di realizzazione. La valutazione va fatta in rapporto al contesto e all’obiettivo. Un’idea non è bella o brutta, giusta o sbagliata, dipende dallo scopo.

5 fase progettuale: prevedi aiuti e ostacoli, fai un piano di azione, delle tappe per lo svolgimento del lavoro.

Il processo però non procede in modo lineare.

Queste fasi per un creativo, non sono sempre separate e distinte, il pensiero creativo alterna momenti di apertura e chiusura, di espansione generatrice e di concentrazione valutativa.

Alterniamo momenti di ideazione a momenti di considerazione, un’alternanza di razionalità e intuizione.

La razionalità ha bisogno della parte intuitiva per accedere alla fonte creativa, e la componente intuitiva ha bisogno della ragione per non perdersi.

Il flow concentrazione motivazione gratificazione

E’ capitato anche a te, quando fai tutti i tentativi possibili per creare un’idea o una soluzione e nonostante gli sforzi non funzionano, ti fai prendere dall’ansia e dalla frustrazione e a volte ti arrabbi, più si cerca di fare e meno idee arrivano.

In questi casi è meglio fermarsi, restare nell’incertezza, con fiducia, non è facile rimanere nell’attesa ma devi avere fiducia che qualcosa matura e si trasforma.

La fase della ricerca è fondamentale, perché le idee non arrivano senza cercarle, devi darti da fare spingerti al limite e poi affidarti al processo certo che qualcosa arriverà.

Sei capace di restare in attesa senza riempire il vuoto. In realtà non è realmente vuoto, ma è uno spazio denso di possibilità, non è un comportamento passivo, è abbandonare un po’ la certezza.

Abbiamo visto l’importanza di osservare in modo non condizionato

Ora è arrivato il momento di giudicare

Sia chiaro, non giudichiamo col criterio del bello o brutto.

Osserviamo e proviamo a comprendere,

possiamo notare zone di disarmonia o parti non riuscite o meno efficaci senza giudicare negativamente un lavoro. Ci dobbiamo avvicinare al lavoro sospendendo il più possibile i preconcetti e prendendo le distanze, con distacco e senza dare nulla per scontato.

Lo spazio creativo è lo spazio della vitalità e del benessere, dell’apertura e della fiducia nelle idee cui ciascuno di noi attinge per sentirsi in accordo con il fluire della vita.

Come abbiamo visto è anche lo spazio della paura dell’incertezza e dell’ignoto.

Olivero Toscani dice che la creatività non è una fonte inesauribile, va allenata e alimentata con stimoli sempre nuovi, ci sono quelle volte in cui si esaurisce, ti senti incapace privo di forze.

Prenditi una pausa, dai il tempo alla tua creatività di riposare e ricaricarti. L’artista non ha paura di sbagliare, ma sta in uno stato di totale insicurezza. Qualcosa di creativo nasce da un momento di incertezza. Il momento di maggiore insicurezza è un momento di creatività.

La creatività è alla base di nuove invenzioni e progressi tecnologici.

Aiuta a trovare soluzioni nuove ed efficaci ai problemi esistenti.

Permette alle persone di esprimere se stesse in modi unici e significativi.

In un mondo in continuo cambiamento, la creatività consente di adattarsi e prosperare.

Ed ora osserva il tuo progetto, la tua opera

Ti sei messo in gioco, hai lavorato, ideato, creato, in un alternanza di possibilità e incertezze

è arrivato il momento del giudizio,

Hai imparato, non giudicare col criterio del bello o brutto. Osserva e prova a comprendere in maniera profonda e sfumata, senza limiti

Il flow concentrazione motivazione gratificazione.