Sei maschio o sei femmina?

Sei  maschio o sei femmina?

Sei un ascoltatore o un’ascoltatrice?

E’ una riflessione, su un argomento che mi sta particolarmente a cuore.

Un’amica l’altro giorno mi ha fatto notare che quando parlo nel mio podcast mi rivolgo all’ascoltatore in forma maschile,

non sarebbe meglio farlo al femminile visto l’argomento?

 sicuramente le ascoltatrici saranno quasi esclusivamente femminili.

l’argomento uncinetto però secondo me è per tutti, si tutti, maschi e femmine e io mi rivolto appunto a tutti.

Tutti e tutte forse dovrei dire,

io mi rivolgo in forma maschile semplicemente perché è la lingua italiana che lo prevede, se diciamo TUTTI si intende tutti e tutte.

E’ una regola della lingua italiana, che non prevede un neutro.

Potrei utilizzare sempre la doppia formula cioè ascol/trice tutti/e, diventerebbe però poco fluido l’ascolto di questo podcast.

E non vorrei fare la scelta di utilizzare solo il femminile anche se probabilmente il 90 percento del mio pubblico lo è,

In ogni caso io mi rivolgo sia ai maschi che alle femmine.

Sei maschio o sei femmina<‘

Ma chi sono questi maschi che si interessano all’uncinetto o alla maglia?

Subito viene in mente l’immagine di Tom Daley, tuffatore olimpionico britannico, è diventata famosa la sua foto sui palchi di Tokyo mentre sferruzza una mini pochette per conservare la medaglia d’oro appena vinta.

Russel crow, attore, famoso soprattutto per il ruolo di Massimo Decimo ne Il Gladiatore, 

Ryan Gosling L’attore canadese, sono appassionati di maglia e uncinetto

Solo per citarne alcuni

Ma gli uomini comuni, quelli che incontriamo tutti i giorni chi sono? Chi lavora a uncinetto o a maglia?

Nel mondo anglosassone e nel nord europa in genere, uomini e donne indistintamente coltivano questa passione, esistono corsi appositi anche nelle scuole e università.

Dunque un hobby per tutti, e non solo, anche un lavoro per alcuni.

Qui in italia purtroppo ancora abbiamo molti pregiudizi,  legati agli stereotipi e al mito della mascolinità. Forse è un po’ così nei paesi latini.

Fortunatamente però molte cose stanno cambiando, i social media hanno svolto un ruolo enorme nel rendere l’uncinetto più inclusivo e accessibile,

l’uncinetto attira una vasta gamma di persone, anche uomini che amano e apprezzano quest’arte, e  soprattutto i giovani uomini il cui interesse è crescente.

Molto conosciuto è il  gruppo che si chiama i Magliuomini nato nel 2012  e  che  oggi conta migliaia di iscritti

I Magliuomini sono uomini che amano fare la maglia, l’uncinetto, la filatura, il ricamo, il macramè e la tessitura”, ma attenzione non è un gruppo esclusivo, vi partecipano anche le donne.

Attraverso i social restano in contatto, si scambiano consigli e organizzano incontri nelle varie città o dei veri e propri raduni.

Per chi è del settore, chi bazzica sui social, chi frequenta da tempo questo ambiente e si interessa di arte tessile è abituato a non distinguere il genere dell’uncinetto, è un argomento ormai sdoganato,  

ma mi accorgo che tra le persone comuni non è così, il pregiudizio non è solo di genere ma anche legato all’età, come se fosse un hobby solo per le nonne.

E spesso non ci si trova a proprio agio a lavorare da soli in pubblico, soprattutto se si è uomini, a causa degli sguardi troppo curiosi e di scherno.

Se sei incuriosito, se sei tentato ma nello stesso tempo intimorito, non desistere, l’uncinetto è discreto, piccolo si nasconde facilmente e non per forza deve essere l’argomento principale di un primo appuntamento!

E ora dimmi, tu che mi ascolti sei maschio e sei femmina?

Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

podcast conta con me

Conto le maglie alte

Ogni momento di attesa diventa per me un’occasione da non perdere per lavorare a uncinetto.

Anche se ho solo pochi minuti liberi non posso aspettare

Perché questa ingordigia? E’ sana?

Riflessione – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

Sostenibilità e uncinetto, è possibile?                      

Riflettiamoci insieme.

Nella scorsa puntata abbiamo parlato degli eccessi di noi malati di uncinetto. E’ stato un gioco ma in fondo un pizzico di verità c’è.

Cerchiamo di capire se c’è un modo sostenibile per questa nostra passione, una nuova consapevolezza nel nostro rapporto col mondo e noi stessi.

La prima parola che mi viene in mente è minimalismo, lo so parola usata e abusata.

Avvicinarsi a uno stile di vita minimal però non vuol dire privarsi di tutto,

per me è dare valore a ciò che per ognuno di noi ha un reale significato, e che  dà beneficio

il minimo non è inteso in senso assoluto, ma è il minimo per noi, che è soggettivo e personale e guidato dai nostri valori.

Dobbiamo agire su 3 fronti,  fondamentali:

Preservare le risorse, concentrarci sull’essenziale, e consumare in modo consapevole.

Credo sia questa la chiave, la consapevolezza.

Lo sforzo che possiamo fare è proprio questo atto di consapevolezza: fare spazio alle cose ci stanno più a cuore.

Ridurre per lasciare posto a quegli oggetti, quelle attività e quelle persone che portano felicità, gioia e serenità nella nostra vita.

In questo senso il minimalismo è un’esigenza dell’anima.

Scegliere in maniera cosciente ci fa agire sul piano più concreto e materiale, per poter infine operare sul nostro mondo interiore.

E’ importante vivere intenzionalmente

Fumio Sasaki, autore minimalista giapponese ci spiega come  gli oggetti intorno a noi ci inviano continuamente dei messaggi

La chiama la silent list cioè la lista silenziosa

E’ come se gli oggetti ci parlassero, richiamando con la loro presenza costantemente la nostra attenzione. I piatti nel lavandino ci dicono lavaci, gli oggetti sulle mensole ci dicono spolveraci, i vestiti in disordine ci dicono sistemaci,  il telefonino ci dice prendimi.

Ovunque posiamo gli occhi ci sono questi oggetti che ci distraggono.

In qualche modo consumano il nostro tempo e la nostra energia, anche solo per la loro presenza, perché ci parlano in silenzio.

E’ rumore intorno a noi e dobbiamo imparare a limitarlo secondo Fumio  riducendo al minimo gli oggetti che facciamo entrare nella nostra vita scegliendoli in un modo consapevole.

Sceglierli in modo consapevole significa che li teniamo cioè solo se siamo pronti a scambiare con loro tempo ed energia.

Questo concetto mi piace molto, non ci dice di ridurre tutto al minimo, ma di mantenere quello che possiamo vivere, di cui possiamo goderne e trarne beneficio.

Negli ultimi anni ho cercato uno stile di vita più minimalista, cioè tenere solo cose che effettivamente utilizzo, per esempio in cucina, gli attrezzi sono sempre tanti

ho ridotto i vestiti e ogni anno elimino o regalo cose che non ho utilizzato di recente.

Non mi viene bene questo lavoro….siamo una famiglia di 5 persone e lo spazio che lascio io….viene immediatamente riempito da qualcuno che non ha sposato il mio stesso impegno.

In più ogni volta che a casa manca qualcosa….automaticamente la colpevole sono io…. che sicuramente l’avro buttato.

La silent list dell’uncinetto – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

I filati e l’uncinetto possono essere esonerati dalla silent list?

Sicuramente anche loro ci parlano silenziosamente in continuazione.

Anche per l’uncinetto non sono esagerata, non possiedo in termini assoluti molti filati adire la verità,

Ma appunto proprio per il concetto che esprimevo  del “il nostro minimo”, mi accorgo che è comunque troppo.

Non è il numero assoluto di filati, ma è la tipologia e il modo in cui li possiedo.

Per esempio ho gomitoli derivanti da acquisti sbagliati fatti  all’inizio che non sono riuscita ad utilizzare e che quasi sicuramente non utilizzerò mai.

Proviamo una felicità al momento dell’acquisto, quasi inebriante, ma siamo sicuri che poi questa felicità in casa si mantenga a lungo?

Oppure ho accettato filati in regalo solo perché gratis, senza sapere di fatto  cosa farci

e rendendomi conto che nemmeno dopo molti mesi o anni non ho trovato un loro utilizzo. E giacciono sapendo che rimarranno lì per sempre.

Se è comunque un ricordo,  un regalo sentito, un acquisto fatto insieme  ad un amico o amica, oppure legato a qualche evento …bhe, va bene comunque, basta la dolcezza del ricordo a dargli un posto di riconoscimento in casa.

Ho cercato di darmi delle regole, che sono mie e per le mie esigenze, per far si che non mi senta sopraffatta dalle loro voci, ma che sia un’esperienza felice con loro.

Ho avuto la necessità di rivedere tutto il mio stash e dividerlo in 3 sezioni

1 – i filati belli, magari appena comprati, di cui ne possediamo in quantità da poter realizzare un maglione o comunque un capo intero. Questo sono i filati da tenere sempre bene presente prima di fare un nuovo acquisto.

2 – gli avanzini, dei gomitoli belli, avanzati da progetti e che quindi ne possiedo di pochi metraggi. Sono sicuramente da tenere per progetti piccoli o colorati, per esperimenti e prove.

3 – tutti quei gomitoli che non ci piacciono che non riusciamo ad usare perché non adatti a uncinetto. Questi ebbene sì, dovrebbero essere eliminati

Le regole per gestire la mia passione con sostenibilità – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

Vediamo in concreto quali sono le regole che mi sono data, i primai passi che posso fare con la mia passione, se già lo fai anche tu  e se rispecchia i tuoi valori:

Prima regola che mi sono data è non comprare….sembra banale ma è l’unico modo per non ingrassare il nostro stash.

Cosa intendo non comprare

cioè …..fino a che non hai lavorato i filati che già possiedi, quei filati della prima sezione, quei filati belli che potranno sicuramente sostituire egregiamente la tipologia indicata in un determinato progetto. Prima di acquistarne di nuovi sei sicuro che tra quelli che possiedi non ce ne siano di adatti alla sostituzione?

La seconda regole è se compri,  scegli bene, parti dai filati che sono giusti per te quei filati che possono essere utilizzati con facilità e piacere, che sono adatti al tuo livello di capacità e che non ti facciano impazzire se magari devi disfare un pezzetto di lavoro.

Quei filati che ti fanno arrivare alla fine del progetto e non abbandonare tutto.

La terza regola è quella di  valutare bene cioè sapere già  l’utilizzo che se ne vuol fare e non agire d’impulso, acquistarli solo perché ti piacciono e vedrai tanto sicuramente qualcosa farai,

il rischio che l’entusiasmo possa calare entro pochi giorni è alto.

La quarta regola è valutare la composizione dei filati e capire quelli che effettivamente sono più facili da manutenere

e scegliere i  difficili solo se sappiamo effettivamente che abbiamo voglia di occuparcene e che ne siamo in grado

I nostri lavori vanno trattarli con cura e rispetto e cercare di farli rimanere più a lungo possibile con noi.

La quinta regola è l’organizzazione: l’ordine aiuta a percepire lo spazio in modo più calmo  e sereno in modo da

  • avere tutto sott’occhio senza il rischio semplicemente di dimenticarli, non ti scordi, ti rendi conto davvero di quando possiedi, non dimentichi in giro cose.
  • Dividerli per colore, per composizione, e per metraggio così da facilitare la scelta per nuovi progetti

La sesta regola è quella uno dentro, uno fuori, compri un nuovo filato solo quando ne hai consumato uno del tuo stash

La settima regola è la regola dell’eccezione: prevedi le eccezioni alle regole che ti sei dato, l’utilità di questo elenco è proprio quello di darsi un metodo, ma quando è bello ogni tanto agire d’istinto.

AMA QUELLO CHE FAI

E infine, non è una regola,  ama quello che hai

Questo è il  cuore di tutto,

la convinzione che ci manchi sempre qualche cosa per essere felici, ci fa inseguire l’ennesimo acquisto che magari abbiamo visto on line solo perchè ci sembra che ci manchi quello per esser felici,

in realtà se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che abbiamo già tutto quello che ci può dare gioia.

Se ci concentriamo sui nostri filati, quello che possono darci e come possono essere utilizzati magari per progetti a cui non avevamo pensato, diamo sfogo a nuove idee. Saremo così pieni di gioia che non andremo certo on line a comprare l’ennesimo offerta solo perché in sconto

E ora dimmi, i tuoi gomitoli ti parlano?

sei un accumulatore seriale o hai tutto sotto controllo?

TUTORIAL MOMENT, Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

Video maglia alta

https://www.urbancrochet.com/wp-admin/post.php?post=399&action

Oggi impariamo un altro punto, la maglia alta, Trovi i link ai video

ci sarà utile perché potremo

alternarla alla maglia bassa, alternare  le righe o gli stessi punti tra loro per creare trame diverse, diverse

combinazioni per infinite trame.

Trova la tua.

E comincia a scrivere le tue pagine del diario

https://www.youtube.com/@Urbancrochet/playlists